martedì 28 agosto 2012

Chi sarà Salvatore ?


Parte di un capitolo, oggi il secondo....

Leggero lo aveva lasciato la sua uscita di scena dal mondo delle tecnologie informatiche, ora era solo un utente e non doveva più vendere nulla di quei concetti marketing che tanto aveva dovuto blandamente digerire fino a pochi mesi prima. Dodici anni ed io in un solo saluto, così aveva parafrasato uno dei suoi cantautori preferiti, nei saluti ai colleghi, via mail. La sua quarta vita era iniziata il primo gennaio del 2012, non era affatto disperato, la leggerezza può essere un problema se è incoscienza, la sua invece se la sentì dentro come una liberazione. Animo leggero come una forza inarrestabile per il cambiamento che doveva avvenire, di sicuro, non sapeva quando, ma stava arrivando. Sentiva da parecchio il richiamo per uscire da quella vita solo in apparenza all'avanguardia, innovativa, piena di nuove scoperte tecnologiche, illusorie e finte. La sua esistenza non era piena , anzi, come aveva letto da uno dei suoi tanti filosofi, amici delle sere di lettura, la vita se non esiste nel senso è solo una vita senza esistenza, quindi un effetto placebo di vita.
La sua cara amica e collega Clara, lo sapeva e quando lui le comunicò che era giunto il suo momento, con la classica imboscata delle “umane” multinazionali, fu dispiaciuta, ma sapeva che Salvatore, seppur in momento difficile per la sua età ,non era poi disperato, aspettava quasi come una “bella” sorpresa quell'incontro.
Mattino di sole, viaggio verso Milano alla sua sede, per un finto incontro con il suo nuovo capo (lui non sapeva che era un'imboscata), per discutere della sua vita in azienda con quella che le multinazionali chiamano revisione della “performace” annuale. Era la sua dodicesima volta, ormai era abituato alla sequela di luoghi comuni e di ipocrisia . Celava a fatica questo fastidioso gioco delle parti. Un dialogo fra due bugiardi che fingono di essere sinceri e trasparenti, in realtà sono due maschere della commedia tragica della vita che si confrontano , sapendo già come andrà a finire, ma fingendosi disponibili a dire la verità. Nulla a che fare con la tragedia greca, dove l'animo umano seppure spaventoso e spaventato dal suo male, conscio del conflitto, portava sempre ad una catarsi liberatoria, almeno nel pubblico. Qui il pubblico non c'era e gli attori erano scarsi o al massimo mediocri manager, e il dipendente un protagonista simile alla vittima sacrificale sorridente. A Milano in una sala riunioni molto più banalmente ci si prendeva in giro tra un manager ed un sottoposto, con fare sorridente e diplomatico. Nella tragedia uno dei due avrebbe fornito all'altro la morte dignitosa alla quale anelavano i greci. Nel caso della performance alla fine si alzavano, si stringevano la mano con un pallido sorriso, si pensava che vita stupida si viveva, uno che conosceva poco e male l'altro lo giudicava più o meno bravo nel suo lavoro (che spesso conosceva poco). Il manager giudicava la validità umana del dipendente, magari avendolo incontrato qualche volta in un anno e con qualche decina di telefonate di lavoro, al tutto dando un tono di oggettività così fasulla che non lasciava scampo al sottoposto . Il massimo della democrazia nei rapporti tra manager e suo riporto in una multinazionale era questo ! (sottoposto era un termine non eticamente corretto, ma era la realtà di fatto)
Quella volta però non fu così. L'aria era fresca, la sala grande e il suo alto (fisicamente) ex capo arrivò, faccia di circostanza, ebete, un poco contrita, occhi che non guardano mai in faccia diritto , non per niente era definito muro di gomma, umanamente una nullità, un finto manager, ce ne sono a migliaia nel mondo, forse lo sono quasi tutti.
Frasi di circostanza, la crisi, l'età, la possibilità che l'azienda ti vuole dare per uscire con dignità, in modo “umano”. Il lavoro del bastardo porta sempre un malessere,che si supera, ma quel poco di fastidio tutte le volte che lo si deve fare, disturbava il suo ex capo, quella piccola parte di umanità gli avrebbe creato forse un po' di acidità all'ora di pranzo. Se ti serve qualcosa, disse, se hai bisogno di consigli, continuò, puoi telefonarmi, mentre vai a casa a dirlo alla famiglia, fingendo compassione partecipata, lo so che è difficile arrivare a casa e dire che tra non molto sarai a casa , concludeva, per farle inghiottire il rospo. Salvatore, pensava, disoccupato ultra cinquantenne! (l'istinto gli diceva di urlare, bastardo di merda, ma furono pochi attimi di rabbia)
Dentro di lui, lo spilungone, pensava, fatti coraggio caro, io di attività così ne ho già fatte altre, si vive bene comunque, basta avere la faccia di gomma e pensare poco. Ecco perchè Salvatore non avrebbe mai fatto il mestiere del suo ex capo, bisogna esserci tagliati, avere il fisico del ruolo, lui lo aveva, Salvatore non lo avrebbe mai avuto anche se lo ricoprivano d'oro, vecchi e insani principi di un mondo che era finito da tempo, lo guardò senza parlare si alzò e lo seguì, ormai lo sentiva da lontano, quello che diceva era poco essenziale.
Settimo piano, il capo del personale, una donna giovane dedita al suo lavoro, li chiamano manager delle risorse umane, a volte ci si chiede se la preferenza sia più per umane o per risorse . Il numero è quello che conta, devono secondo un budget prestabilito far uscire un certo numero di teste entro l'anno solare. Ridurre la risorsa a testa, umana era quasi una scocciatura, il passaggio da persona a testa da tagliare è un percorso di 6 piani con imboscata. Era passato da persona a testa in qualche piano di salita, non che prima durante l'imboscata, non avrebbe già voluto insultarlo, il bastardo, si calmò, anche oltre le sue aspettative. Essere un commerciale serviva, i corsi fatti lo aiutarono e forse anche l'esperienza di anni, un bel respiro e via a ragionare. Nuova vita, cavoli così di colpo, cosa cambiava se lo annunciavano un mese prima e dicevano pensaci ? Forse nulla, però sarebbe stato un altro rispetto, dare un giusto peso ai suoi dodici anni spesi lì. Inezie, meglio la sostanza di quel momento, tosto, pieno di adrenalina. Calò una calma, seppure apparente mentre da un lato la lettera di licenziamento veniva posta sul tavolo e dall'altro l'assistente della capo delle risorse “umane” descriveva che avevano deciso di trattarlo bene, non volevano farlo uscire con poche mensilità, avevano rispetto del suo lavoro, non avevano spiegazioni del perchè doveva uscire, o almeno solo in parte, età, ristrutturazione, cancellazione della figura, in realtà balle. Le teste, e lui era una di quelle, dovevano diminuire, il budget di uscita era definito, la lettera di incentivo scritta dai legali, con attenzione, gliela diedero, faccia con calma, entro due giorni ci faccia sapere se accetta la nostra proposta, non c'era il mitra mafioso sul tavolo, ma il tono, non era amichevole né dubitativo. Grazie alla età e ad anni di trattative, si scoperse a pensare, prendi questo tempo, giocalo a favore, fatti dare il documento di accordo , leggi bene tutto e consulta i legali, del sindacato e indipendenti, si doveva fare in quel modo.
Furono i santi e i morti a fornirgli un aiuto in più, Novembre inizia con loro, e i manager del personale a volte sono poco attenti a queste banalità, ma una settimana in più gli diede quel tempo giusto per fare tutti i suoi ragionamenti e le consultazioni, ma fin dal momento in cui uscì dal primo incontro al settimo piano, dentro di lui era già deciso, Salvatore se ne andava a testa alta, niente contenzioso se non era assolutamente necessario, loro non lo meritavano più, ma lui doveva andarsene con lo stile che sempre aveva avuto, lui non era come il verme lungo e viscido dell'imboscata. Cinquantasei anni, una bella età per iniziare la quarta vita, ognuno ha il suo karma, gli diceva sempre la sua amica cuoca amorevole e spirituale, e quella signora seguace di Khrisna che incontrava al mare tutte le ultime estati . Quando il karma arriva lo devi sentire, alle persone puoi mentire, il destino puoi solo assecondarlo, ti aspetta, la verità è segnata davanti, stava a lui scoprirla, il futuro non esiste è un presente continuo, il divenire da sempre letto era realtà. Questo lo decise, niente contenzioso, libero con il massimo ottenibile come incentivo, capendo che aveva uno spiraglio per contrattare e quello era sempre stato il suo lavoro, capì il limite della loro disponibilità e provò ad arrivarci vicino, non seppe mai se poteva avere di più, ma si disse se questo mi farà dormire bene è il mio miglior risultato possibile. Grato a Tiziano ed ai sui libri, cominciò a coricarsi tranquillo fino a quel mattino della firma definitiva. Allora ebbe una sensazione di emozione mista a nostalgia, erano pur sempre dodici anni della sua vita, fatti di molte ore con gente a volte anche amica e spesso simpatica. Nostalgia e tristezza si mescolarono, non erano distinguibili, quel mattino gli fecero compagnia ma poi passarono con l'avvento della quarta vita.
Arrivò presto a Milano quel giorno della firma definitiva dell'accordo di uscita, bighellonò vicino al centro, era quasi Natale, alla fine l'aveva tirata fino alla fine del mese di Dicembre, finiva tutto il 2011, pensò all'ultima visita alla sede della sua ormai ex azienda, quando andò a firmare il documento, l'accordo privato che andava poi ratificato davanti a dei formali rappresentanti delle parti (quanta falsa spietata legalità ipocrita c'è nel mondo del lavoro) . Incontrò il bastardo, quello alto, l'ex capo, in ascensore, la scena fu da commedia all'italiana. Una sua collega amica gli chiese come andava, se era triste, sapeva della sua uscita. All'ultimo secondo prima della chiusura delle porte balzò dentro lo spilungone. Fu un solo piano, veloce, ma fece in tempo a fissare il soffitto a pochi centimetri dal naso, ci sono gli uomini e le amebe nella scala degli esseri viventi, si era posto in pochi attimi in fondo a quella scala. Dentro la pertica umana, la sensazione di essere un escremento era stata percepita in tutta la sua grandezza, sia da loro due che da lui stesso ed era dovuto uscire subito, tanta era la puzza interiore che emanava, ne ebbe la certezza fin da subito.
Nel suo intimo Salvatore fu felice, sorrise all'amica collega, che scosse il capo incredula, era il suo nuovo capo, più di tanto non poteva esprimersi, ma avevano capito entrambi.
Arrivò comunque in anticipo e si accomodò dopo uno scambio di battute di circostanza con la Notaio nella stanza spoglia con poca luce presso l'associazione che gli avevano detto.
Ecco, fu in quel momento che arrivò come un lampo, il verso, “ dieci…anni in poche frasi ed io in un solo saluto ….” , solo che per lui erano dodici anni. Così si sentiva in quel momento, strano, come non pensava di essere, con un senso quasi di libera serenità, non c’era più nulla che lo avrebbe legato a loro, in pochi giorni avrebbe cominciato il suo esodo, non sapeva dove ma conosceva ormai quando .
Erano già parecchi giorni, quasi un mese, che aveva già finito di lavorare per loro (nel senso che era ancora in forza, ma risultava come in aspettativa), quello era il rito ufficiale così poco rituale e così meschino come lo sono questi esodi incentivati per gli ultra cinquantenni, Salvatore ne avrebbe avuti di lì a poco cinquantasette, ormai inutili, eppure lui era uno dei fortunati, perché in breve la legge poteva cambiare e nemmeno quelli già agiati come loro sarebbero più stati incentivati ad andare a cercare una nuova vita , il loro era un destino segnato, avevano avuto il benessere, anzi erano stati la classe media con maggiori vantaggi negli ultimi trenta anni, tutto il mondo occidentale era cresciuto grazie al loro lavoro, alcuni avevano corrotto, altri avevano avuto accesso al prepensionamento, altri avevano evaso milioni, loro erano quelli che per tutti quegli anni avevamo mantenuto in piedi il sistema con il lavoro, alcuni forse un po meno, altri avevano fatto carriera, ma quelli che non erano diventati terroristi o politici, avevano seguito due strade: i manager più o meno corrotti e integrati in modo palese nel sistema, poi quelli come lui che erano rimasti in ombra e fedeli solo a parole alle istanze sociali della equa distribuzione e della società del buon capitalismo socialdemocratico, La situazione era poi peggiorata ancora; c'erano stati i corrotti e gli evasori sempre più numerosi e dediti solo al profitto ingordo, fatto con la finanza speculativa e rapace degli ultimi 20 anni .Ora erano i figli di quella generazione di capitalisti della economia produttiva e li facevano fuori con il finanzcapitalismo degli anni 2000, nessuno più si ricordava della new Economy con la prima bolla speculativa del 2001 con la crisi del 2002! Anche allora successe quello che in pochi mesi decretò la prima ristrutturazione di molte multinazionali, era il campanello di allarme che segnava il decennio, ma solo pochi ebbero il coraggio di ammetterlo sui media. Arrivò così nel 2011 l'attacco al debito sovrano. Aveva messo in ginocchio mezza Europa, Salvatore era, nel suo solitario ultimo viaggio a Milano, diventato uno dei tanti quasi anziani che avrebbero lottato per non finire in una serena ...povertà materiale. Un figlio all'università ed una moglie già precaria ma con un mestiere da laurea, la fisioterapista, uno di quei mestieri che tutti pensano che sia fantastico perché fa star bene il prossimo, ma che per la maggior parte è un altro di quei bei mestieri dove comunque resta solo la passione di chi lo fa, mentre la ricerca del profitto a scapito dei pazienti di chi gestisce i centri, trasforma la terapia in una specie di catena di montaggio del finto benessere sperato. Il mondo ormai da anni funzionava così e solo una piccola parte delle persone sembrava essersene accorta perchè ancora la fame non aveva preso lo stomaco realmente e quindi la macelleria sociale era ancora abbastanza silente anche se alla fine di quel terribile 2011 era ormai arrivato più di un segnale che il tempo stava finendo, la società occidentale era alla fine del suo apice, era innegabile. C'era stato, è vero, già un terribile 2008 ma per certi versi molti economisti (uomini ormai più fallaci dei politici....) si erano cullati con la certezza che dopo aver pagato le banche, (soprattutto quelle americane, le grandi banche di affari !) i titoli tossici e le speculazioni si sarebbero ridimensionate, non fu così ! La crisi reale della democrazia continuò e la finanza globale arrivò al suo secondo obbiettivo, affondare l'unico continente che poteva porre un freno al divampare del nuovo schiavismo mondiale, l'Europa. L'unico posto dove ancora lo stato sociale aveva mantenuto una sua realtà di diritto dei lavoratori e la povertà era ancora defilata, i sindacati avevano ancora qualche residuo potere contrattuale per arginare il nuovo capitalismo globale , il vero Moloch ideologico del mondo che tramite la sua coniugazione con il “mercato” e l'economicismo politico aveva ucciso ogni speranza di rivalutare la politica in senso greco (filosofico, quindi nulla a che fare con la Grecia del 2011) e di conserva affondato la democrazia reale. L'attacco al debito sovrano arrivò come un fulmine sulla vita delle persone e la Grecia fu la prima vittima sacrificale, una nemesi storica, la vendetta ultima del materialismo sullo spirito ideale della filosofia occidentale, l'uccisione di ogni senso della vita iniziato dalla fine degli anni 70 del secolo scorso compiva il suo ultimo sacrificio, i greci venivano annientati.
Salvatore, durante quegli anni dal 2008 al 2011 aveva spesso pensato che il suo percorso con quella azienda era da considerarsi finito, ma sapeva bene che fuori non c'erano alternative almeno come lavoro dipendente, per essere una partita IVA precaria si faceva sempre in tempo, così se ne era rimasto buono, allineato, per quanto gli era possibile, coperto, faticando non poco a fare lo yes man. Il nuovo AD desiderava così , era stato messo in quel ruolo per farne fuori almeno qualche decina all'anno, ma non era un limite invalicabile. Infatti dal 2009 cominciarono le silenti operazioni di “aiuto” alle dimissioni, mestiere per il quale in corso d'opera cambiarono anche il dirigente delle risorse umane, passarono da un lui ad una lei, alcuni gli dissero che la lei era la compagna di lui...un mezzo nepotismo aziendale!
Quello che Salvatore andava a firmare, in termine burocratico sindacale aziendale si chiamava incentivazione all'esodo. Il termine Esodo gli ricordava però ben altre storie, popoli che attraversano mari, distese di gente che con i carri colmi di masserizie migrano in territori più ospitali, navi carretta colme di gente disperata, questo gli veniva in mente se pensava ad un esodo. Il loro, invece, (il suo e quello di altri, nella sua stessa multinazionale o altrove era molto simile) era un licenziamento singolo di un “povero” quadro o dirigente, che si trovava in una certa fase della sua vita a trattare un suo futuro incerto con gente, di una meschinità ed una freddezza umana impareggiabile, salvo poi dire in pubblico che soffrivano a fare certe cose. L'esempio più eclatante era stato in quel periodo la ministro (tecnico!?) di quel tempo, appena nominata alle politiche del lavoro si fece il suo bel pianto davanti alle telecamere perchè doveva affamare i pensionati e mollare a loro oltre i cinquanta (trasformati poi in un lessico nuovo col nome di “esodati”) una bella altra dose di anni di lavoro, con i contributi incerti da versare, per arrivare (se rimanevano vivi ) ad una povera pensione vicino ai 70 anni. La strada era in salita, non si sapeva quanto dura , ma verso una non sempre dignitosa povertà. Il pensiero della miseria più nera però non lo assalì mai, perchè capiva anche che la sua condizione era ben diversa e migliore di molti altri, già poveri fin da subito. Ma il suo spirito era più sereno,anche per Tiziano che lo aveva aiutato in quel senso. Tiziano non aveva perso il lavoro , ma aveva scoperto che doveva convivere con un tumore e aveva scritto il più bel libro sulla morte che avesse letto, lo consigliava a tutti, così come un atleta di 73 anni , lo aveva consigliato a lui . Il “giovane” nuotava con Salvatore nella piscina dove andava tre volte alla settimana alle sette di mattina, ormai da anni. Questa era la prima via della sua disintossicazione, dal senso oppressivo del lavoro, il nuoto e il dolce massaggio dell'acqua, temprare il fisico per resistere alle intemperie sociali e alla possibile depressione spirituale, adorava quel rimedio. Quasi con sorpresa, inconsciamente, da lungo attesa, aveva la sua libertà, abbandonava la multinazionale tra le più famose del mondo e non era tanto disperato, forse era pazzo, ma la sua sembrava una follia sana, l'inizio della nuova vita, l'ultima data l'età, come diceva il suo amico di camminate, un maestro di vita, l'aspettativa di vita era sui 20-25 anni, doveva quindi darsi da fare.
Iniziò con il lavoro nei campi dell'amico agricoltore da due anni, anche lui ex informatico, poi si iscrisse alla università per adulti e riprese i sui libri di filosofia, ampliò i suoi orizzonti e stava come in un limbo sereno, sensazione che non provava da anni.
Cominciò ad incontrare persone che la pensavano come lui ed era tempo quindi di muoversi insieme a loro, ed incontrò l'amico cinese del movimento di HU, fu allora che capì che il mondo stava davvero cambiando, un'altra utopia era possibile, quello era il mondo della nuova economia, l'unica reale innovazione che li avrebbe salvati, l'economia che diventava una delle tante attività che formavano la vita degli uomini, non come allora l'unica attività alla quale l'uomo dedicava la vita!
Riscoprì la poesia, si rimise a scrivere, fotografò la neve, caduta abbondante quell'anno, era anche un volontario, felice in ogni cosa che faceva trovava il senso giusto e la giusta misura delle cose che lo circondavano, il mondo doveva essere bello anche se apparentemente più povero, molto dipendeva dal suo sguardo, in realtà la stabilità e il senso di sicurezza aveva imparato sono degli stadi illusori, è il cambiamento che deve guidarci, 12 anni a fare lo stesso mestiere erano stati il periodo più lungo della sua vita, in questa nuova Salvatore avrebbe trovato le nuove relazioni per il futuro e avrebbe difeso la sua vita e quella della sua famiglia da un disastro annunciato, ma il tempo per affrontarlo era davanti e offriva tante possibilità di speranza, il suo sano ottimismo preoccupato non lo avrebbe lasciato solo.



1 commento:

  1. ..il nome del protagonista lo cambierei ma è questione di gusti.. Però sembra perfettamente allineato per non avere rimpianti

    http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=322&ID_articolo=209&ID_sezione=713

    .. -25 da media statistica, allegriaaa :-))

    anonbuffon

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