lunedì 23 luglio 2012

LEZAR AL SPAGAT- LEGGERE LO SPAGHETTO

E' un pò che latito ( diciamo impegni di lavoro che faccio prima) e quindi ricompaio con un pistolotto anzichè un racconto.... ho ancora in sospeso alcune cose da dire su quanto ha scritto Claudia a proposito dei ragazzi di vent'anni.... Io qualcosa da dire ce l'ho non con i ragazzi ma con la mia generazione, ho da dire qualcosa ai genitori.... a quelli nati attorno agli anni 60 che stanno dimostrando di non essere capaci di fare i genitori.
Leggere lo spaghetto lo diceva mio padre quando doveva sgridare ( è qualcosa di diverso dal fare la predica, è una sgridata vera e propria... ho cercato il detto sui testi bolognesi che ho, ma non  ho trovato riscontro...). Abbiamo abituato i nostri ragazzi ad avere tutto, non sono più capaci di sognare, desiderare qualcosa e conquistarsela a poco a poco.....non sanno essere felici di niente, è tutto dovuto....
I giovani devono credere di avere il mondo in tasca, è l'età che gli dà questo slancio e di per sè  sarebbe una cosa positiva se poi.......non crollassero come birilli alla prima difficoltà e fossero del tutto incapaci di rialzarsi. E' dovuto avere dei soldi in tasca, è dovuto avere la macchina, i divertimenti, le vacanze, i capi firmati....eppoi? eppoi la noia....si uccidono di noia....ed è tutta colpa nostra.
osservate invece i ragazzi che si differenziano : sono quelli che hanno già sofferto....sono caduti e hanno avuto la forza di rialsarzi, sono quelli che hanno alle spalle famiglie meno fortunate, che magari tante cose non potevano permettersi di concedergliele e quindi si sono messi in gioco e hanno già assaggiato il duro gioco della vita che dà ma spesso prende tanto. Mi dispiace ma cado sempre in questo ragionamento, bisogna prima soffrire per comprendere a pieno come è bello quando si sta bene...
E allora dedico questo racconto a Costailgreco, un ragazzo tra i tanti che per restare a bologna a studiare senza pesare sui genitori greci fa il cameriere....
oh....la fame di costa è proverbiale.....deve avere il verme solitaario...
Ho conosciuto lui e il fratello ( adesso già medico in quel di Padova)agli inizi della mia carriera di cuoca ( cuoca? che ridere...., insomma dico cuoca per semplicità) e i primi servizi li ha fatti in agriturismo con me.
Me lo sono ritrovato dopo qualche anno  ed è stato un piacere.... due ragazzi d'oro , testardi, con una volontà di ferro.... ho conosciuto i loro amori ( Lore, chissà che fine hai fatto, anche tu che coraggio....), visto i loro errori, la loro non voglia di imparare bene l'italiano ( è terribile questa cosa, e sono in tanti a fare così....)

...guardateli questi ragazzi che mangiano in piedi come i cavalli dietro le quinte..... loro non hanno tempo di annoiarsi....
...un pensiero particolare alle ragazze.... è un mondo di maschi questo... perche il lavoro nel catering è faticoso.... e la cameriera è ritenuta vezzosa... e allora per farti valere devi essere due volte più brava.....
sono poche le ragazze che ci sono e pochissime quelle che fanno i capiservizio (una l'ho conosciuta, ed è particolarmente brava, ma adesso mi sfugge il nome....un'altra lo potrebbe diventare, basta che si decidesse.....) anche queste..... ragazze con le palle.....
vorrei che i miei tutor mettessero come sottofondo demis russos e gli aphrodites child in omaggio ai miei camerieri greci... Buona fostuna Costailgreco, se ce la farai a diventare medico e verrai a casa mia a visitarmi, ricordati di aprire il frigo e mangiare quello che vuoi. Un bacio .
Martacheavoltedicecoseserie




8 commenti:

  1. ..quel ciccione di demis ha protetto quasi tutto, meglio gli aphodites..
    Circa i frequenti pipponi sui "giovani" che vedo piovere sul blog.. mah, visto che per lavoro giravo spesso per università ne vedevo parecchi e non mi sembrano poi molto peggio di una volta. E non è vero che non sognano, sognano fin troppo spesso invitati a farlo da pseudo guru e sparacazzate mediatici. Magari se invece di sognare ci si limitasse a "pensare" e magari avere un approccio statistico e realistico col mondo reale i risultati sarebbero piu' confortanti..
    Il pippone è endemico, mi accorgo di averne fatto uno anch'io.. pardon :-))

    anonchepal

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  2. Il mondo ce lo siamo costruiti così
    lo abbiamo voluto così
    ce lo hanno consegnato da giovani in un certo modo
    per cambiarlo non abbiamo fatto molto e comunque non è stato sufficiente
    l'educazione e i valori ce li da la vita e la voglia di conoscere e poi non basta mai
    quello che abbiamo trovato noi era un mondo con molte illusioni, molti ideali...anche tante pippe
    i mezzi per capirlo ci è parso di conquistarli, le sofferenze non sono poi state tante, alla fine il risultato è questa no stra società occidentale
    ha globalizzato il mondo ma non è più riuscita a creare il sogno
    allora loro come noi cercano il sogno con quello che hanno e quello che vedono e quello che riescono a capire e conoscere che forse è troppo complesso e non poco o molto è la realtà che anche statisticamente cambia le apparenze
    la grande ingiustizia e la non verità restano sullo sfondo, gli chiediamo di vedere un senso della vita che noi già non vediamo più.
    La mia sensazione è che loro sono il segno di un declino globale che noi abbiamo iniziato e che senza un nuovo pensiero non potremo aiutarci, noi e loro a dare un altro senso alle nostre esistenze.

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  3. I sogni, non ricordo bene un ventennio fa, quando avevo 20 anni, se avevo dei veri sogni.
    Crescevo in una famiglia con poche possibilità economiche e i miei gentori avevano dei sogni molto semplici. Vedere i figli con un lavoro, con una famiglia, riuscire a fare la spesa, tenersi un buona salute, preservare in "buona salute" la casa e mettere qualche rispamio da parte per le emergenze.
    Niente grandi sogni, non se li potevano permettere.
    Non era per mancanza di ambizione, era al di fuori dal loro pensare ed essere. Erano comunque felici, socievoli con tutti, nessuna frustrazione da mancanza di vacanza o da nuovo televisore non comprato.
    Probabile che crescere in un ambiente famigliare dove non ci sono grandi sogni o aspirazioni, abbia influenzato il mio pensiero e i miei desideri. Non sognavo a 20 anni, ma pianificavo degli obiettivi, avevo delle mete, dei traguardi da raggiungere. (assomigliano ai sogni, ma hanno ingredienti diversi, un impasto molto meno aerato!)
    Volevo un lavoro da fare con passione, un uomo da amare, una famiglia da costruire! Niente grandi sogni, solo obiettivi. In 20 anni li ho raggiunti e voglio credere che sia stato impegno e fortuna insieme. La mia generazione non ha costruito molto, la maggior parte dei 40enni che conosco pensano ancora di averne 20 e sperano di rimandare il senso di responsabilità a domani. Sono gli eterni figli che pranzano e cenano spesso a casa dei genitori (spesso con famiglia a seguito), chiamano papà per riparare un rubinetto, portano i vestiti da stirare alla mamma, si fanno pagare le vacanze, vogliono almeno una sera a settimana per stare con i vecchi amici, organizzare le stesse serate in disco come quando avevano 20 anni!
    Non vogliono crescere, il tempo passa e sono dei pessimi esempi per i figli piccoli che hanno.
    Non frequento oggi molti 20enni, ho una nipote con qualche amico e i miei clienti giovani chef.
    Loro non sò quali sogni hanno, non mi sembra che si illudano, sanno che non hanno grandi possibilità, ma hanno degli obiettivi però e sembrano determinati.
    Sono sicuramente più protetti da genitori e nonni, di quello che ero io, ma anche se sanno che il loro domani è molto incerto, non vogliono mollare e si impegnano nei loro progetti.
    Non sono abituati alle sconfitte e non hanno spalle grandi per resistere ai duri colpi che riceveranno, ma non li sconfiggeremo così facilmente. Credo che cadranno e si alzeranno molte volte, ma sono convinta che saranno proprio loro i manager che modificheranno la nostra società, con idee, formazione, creatività, conoscenza della tecnologia alla mano e mi auguro anche un pò di umanità.
    Spero continuino ad impararla dai nonni, che di solito li hanno cresciuti e non mollino mai, nonostante gli ostacoli, il vento negativo e l'indifferenza della società.
    Spero arrivino presto a guidare la nostra società, gestita oggi dalla stessa vecchia mentalità.
    Voglio un nuovo vento di giovani 20enni.

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  4. quando ho iniziato l'avventura di questo blog, volevo proprio questo.... uno scambio di pensieri, per riflettere... per crescere, per sorridere, per pensare... Grazie a chi si è messo in gioco....sono risposte molto belle, tutte...
    E adesso anch'io voglio dire la mia....
    la mia famiglia di provenienza assomiglia a quella di cristina, dignitosa,senza grandi ideali, ma si sapeva essere felici ( non sempre, ovvio) anche con poco. e' stata una famiglia con regole pesanti e a vent'anni io, spirito ribelle e libero, me ne sono voluta andare via ad inseguire i miei sogni... e ce li avevo belli chiari anche allora.... un compagno di vita da amare... me ne sono andata sposandomi a neanche vent'anni e senza nessun bambino in grembo, venivo da una famiglia religiosa e mi sono sposata solo in comune....avevo trovato dopo il diploma un posto fisso e sono voluta andare a condividere l'avventura di fare l'artigiana con mio marito e i suoi genitori.... Probabilmente per carattere o perchè l'ho respirato in casa, non lo so, ho sempre avuto il dono dell'umilta'.... umiltà di imparare professioni nuove, umiltà di cercare maestri che ti possano insegnare.... e sono caduta, anche rovinosamente direi, e mi sono rinventata in una professione nuova, con un maestro nuovo, e un entusiasmo nuovo....sempre tutto con umiltà...ho avuto la fortuna in questa mia nuova avventura iniziata circa una decina d'anni fa di incontrare un maestro speciale, che mi ha dato sicuramente in termini di esperienza in campo , ma che ha anche saputo prendere e capire ( a volte di più, a volte di meno, ma la perfezione non esiste...)che il mio modo particolare di interpretare i suoi insegnamenti produceva frutti preziosi. L'entusiasmo è un frutto prezioso, la passione altrettanto, e la fantasia ancor di più. Questo io ho portato del mio bagaglio di vita vissuta : UMILTA' ENTUSIASMO PASSIONE FANTASIA. Sono i valori nuovi che diceva il filosofo? non lo so...
    Martachespezzalarispostaindueperchèsuperailimiti

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  5. Come genitore poi, credo di aver inanellato tutti i possibili difetti... meno uno a dire il vero.... a mio figlio non ho mai tolto la libertà.... è stato così terribile che l'avessero tolta a me quando ero piccola che quella lezione l'ho imparata....
    Adesso metto qui di seguito uno scritto mio di un paio d'anni fa, e riguarda un regalo che mio figlio mi aveva fatto... poi quando sono a casa invece riporto un tema che mio figlio ha scritto quando aveva 6 anni e che parlava della mamma... forse entrambe le cose aiutano a capire, o forse no, non lo so....
    Il regalo più grande
    Ieri sera ho ricevuto da mio figlio il regalo più grande che una mamma possa ricevere.
    Marco, mio figlio ha quasi trent’anni. Ha un carattere introverso, molto spigoloso, dovevo chiedergli il permesso di baciarlo anche quando era piccolo, e non doveva mai essere in pubblico…. ha una sensibilità rara e io tutto sommato pur vedendogli tanti difetti sono contenta che sia venuto su così.
    Sino al diploma di ragioneria (Marco ragioniere, che ridere…)ha studiato perché si doveva fare, senza infamia né lode…. L’università se l’è scelta per piacere, e infatti ditemi dove può lavorare al giorno d’oggi uno con una laurea in scienze politiche…. Però io sono stata felicissima della sua scelta “alternativa”…; durante il percorso all’università io l’ho visto farsi uomo e tutto sommato sono sempre stata contenta di essere riuscita a trasmettergli alcuni dei miei principi di vita
    Appartiene alla schiera di giovani che pur di lavorare accettano lavori precari che si protraggono poi quasi all’infinito…..
    Bene, dopo un paio d’anni di rinnovi e spostamenti vari con lavori interinali ( avrebbe terminato l’ultimo rinnovo il 31 dicembre), presa consapevolezza che il lavoro che si era messo a fare gli piaceva, ha cominciato a guardarsi in giro. Giovedì scorso ha fatto un colloquio per passare in un’altra ditta come fisso, e con le mansioni che a lui piacciono e che pensa di aver imparato.
    Ieri sera è venuto a casa euforico svegliandomi ( dormivo sulla solita sedia a dondolo) felicissimo per dirmi che lo avevano preso…..
    A parte il dispiacere per i colleghi attuali che deve lasciare, a livello umano diceva,.. ma loro non hanno fatto niente per aiutarmi a restare…
    Io mamma ho deciso, diceva, e non ho nessuna intenzione di giocare al rilancio ( ma perché gli ho insegnato anche di essere coglione…) , voglio andare a lavorare nel posto nuovo, perché è più piccolo, perché mi sembra che le persone lì contino di più…. perché posso fare il lavoro che mi piace e che credo di saper fare, perché io mamma, me lo hai insegnato tu, come ti organizzo l’ufficio io non ce n’è per nessuno, , e io ho una marcia in più di loro…..
    Ho sorriso, l’ho abbracciato, e ho vissuto un attimo di grande felicità.
    martamammaincertaadultaancorpiùincerta

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  6. .. forse sta bene qui .. :-)

    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=41&ID_articolo=1219

    anon

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    1. Eva contro Eva




      Ci vorrebbe un Flaubert per rendere giustizia a questo fatterello di cronaca, trasformandolo nel romanzo dei nostri tempi. In un paese alle porte di Monza, Aicurzio, la signora Janet Miranda Gonzales penetra attraverso la porta finestra nell’appartamento dell’amante che l’ha piantata. Il suo scopo è uccidergli la moglie, che ignara di tutto sonnecchia davanti alla tv, infilandole nel petto una siringa da cui sprizza un potentissimo anestetico. La vittima si ridesta appena in tempo per dirottare l’ago sulla medaglietta d’oro che porta al collo. Janet Miranda cerca allora di soffocarla con un cuscino, ma a quel punto si sveglia la figlia dell’aggredita e mette in fuga l’assassina. A tradire quest’ultima è la ciocca di capelli biondi che le spunta dal passamontagna e indirizza i sospetti su una vicina di casa cilena che i carabinieri arrestano nella sua abitazione mentre cerca di fare sparire la siringa.

      Le cronache hanno insistito sul travestimento della Gonzales: una calzamaglia nera alla Eva Kant, la compagna di Diabolik. A me incuriosisce di più la sua età, 52 anni. E la sua attività: studentessa di medicina. Se si aggiunge che la moglie assalita ne ha 62 e la figlia convivente 32, ecco come una baruffa di corna diventa l’istantanea di questa società rallentata, dove a trent’anni si abita ancora con la mamma, a cinquanta si va a scuola e ci si fa sconquassare dalle passioni e solo superati i sessanta si diventa così saggi o arresi da appisolarsi davanti alla tv. L’unico che non cambia proprio mai è il maschio copulatore. Assente. Sarà scappato con Diabolik.


      Scusa tutor..... ma era troppo bella per non levare di mezzo l'eventuale pigrizia di chi se la doveva andare a cercare.... io l'ho detto che questo è un blog di donne amazzoni..... MASCHIO, DOVE SEI?
      martacontentadiavertrovatoqualcosadastemperare

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  7. ..eh ? Scusa ero distratto.. copulavo con cat-woman..

    maschianon

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